Nella sessione di ieri i prezzi dell’oro sono aumentati di oltre l’1%, raggiungendo il livello più alto in due settimane, poiché i recenti dati economici statunitensi, che mostrano segnali di rallentamento nella più grande economia del mondo, hanno alimentato le scommesse per i tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve quest’anno.
"Il mercato inizia ad aspettarsi sempre più che la banca centrale americana avvii il suo programma di allentamento. Ho il sospetto che potremmo inserire alcune posizioni long nel mercato", ha affermato Bart Melek, responsabile delle strategie sulle materie prime presso TD Securities.
Le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite nell’ultima settimana, come mostrano i dati, suggerendo un mercato del lavoro generalmente stabile. A maggio, negli Stati Uniti, l’edilizia residenziale unifamiliare è scesa del 5,2% su un tasso annuo destagionalizzato di 982.000 unità.
I dati della scorsa settimana hanno mostrato una moderazione nel mercato del lavoro e nelle pressioni sui prezzi, seguiti dai dati deboli sulle vendite al dettaglio martedì, suggerendo che l'attività economica è rimasta fiacca nel secondo trimestre.
Secondo il FedWatch Tool del CME, i trader attualmente scontano una probabilità del 64% circa di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre. Tassi di interesse più bassi riducono il costo opportunità di detenere lingotti non redditizi.
La domanda di beni rifugio, guidata dall’incertezza geopolitica ed economica, così come i persistenti acquisti da parte delle banche centrali, hanno contribuito a un rally dell’oro da marzo a maggio, portando i prezzi spot al massimo record di 2.449,89 dollari il 20 maggio.
Fonte Reuters