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Oro: in corsa dopo i dati USA



La Redazione Articolo pubblicato il 15/11/2023 09:00:00
Ad aumentare l’appeal del lingotto è anche il calo del Dollar Index che, con una contrazione dell’1,4%, registra la maggior discesa giornaliera in un anno

 

Nella passata sessione i prezzi dell’oro si sono mossi in aumento a fronte di un calo dei rendimenti dei Treasuries e del dollaro USA conseguente alla pubblicazione dei dati sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti, dati che si sono rivelati più deboli rispetto alle attese del mercato: il contesto attuale, inoltre, spinge gli investitori a scommettere su una sostanziale modifica dell’operato della Federal Reserve in merito ai tassi di interesse.

Nel dettaglio, l'oro spot è salito dello 0,9% a 1962,44 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro hanno terminato le contrattazioni in crescita dello 0,8% a 1966,5 dollari per oncia.

I dati in arrivo dagli States, mostrano che i prezzi al consumo statunitensi sono rimasti invariati nel mese di ottobre e l’inflazione di fondo ha mostrato segnali di rallentamento; nei 12 mesi fino a ottobre, l’IPC è salito del 3,2% dopo essere aumentato del 3,7% a settembre.

Il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee, ha definito “piuttosto buono” il report sulla situazione dell’inflazione statunitensi ed a questo proposito, gli investitori iniziano a pensare concretamente ad una inversione di rotta, da parte della Fed, nella strategia di innalzamento dei tassi di interesse con un possibile via libera al ribasso degli stessi a partire dal mese di maggio.

"I dati sull'indice dei prezzi al consumo sono stati significativamente più deboli del previsto, il che è abbastanza favorevole per i metalli preziosi. Ci aspettiamo un significativo deterioramento dei dati nel corso del quarto trimestre, che dovrebbe indebolire il dollaro e sostenere l’oro - spiega Daniel Ghali, strategist specializzato in materie prime. presso TD Securities - nei prossimi sei mesi prevediamo un aumento dei prezzi dell’oro a ridosso dei 2100 dollari per oncia”.

Ad aumentare l’appeal del lingotto è anche il calo del Dollar Index che, con una contrazione dell’1,4%, registra la maggior discesa giornaliera in un anno.

In forte aumento (+3,4%) anche il prezzo spot dell’argento, che ha terminato gli scambi al di sopra dei 23 dollari per oncia; a questo proposito Commerzbank ha rivisto a ribasso le previsioni di prezzo medie dell’argento per il 2024 portandole a 29 dollari per oncia dai precedenti 30 dollari, anche se si prevede che la performance dell’argento sarà superiore a quella dell’oro grazie al sostegno in arrivo dal settore industriale e da quello della transizione energetica in termini di domanda.

 

Fonte Reuters

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