Il mercato dell’oro si presenta ormai da settimane in una fase di trading range ed il consolidarsi dei prezzi potrebbe proseguire sino alla prossima riunione della Federal Reserve, nella settimana ventura, con il CME FedWatch Tool che evidenzia una possibilità del 90% ed oltre per un ulteriore aumento dei tassi di interesse pari a 50 punti base; la banca centrale ha segnalato che potrebbe aumentare i tassi di interesse di 50 punti base nei prossimi due incontri ed i mercati stanno scontando almeno tre incrementi da qui a fine anno.
Nella sua ultima analisi settimanale, Rhona O'Connell, Head of Market Analysis per EMEA e Asia presso StoneX, ha affermato che gli investitori in oro dovrebbero tenersi alla larga da reazioni puramente emotive dopo l’annuncio della prossima settimana concentrandosi, al contrario, su un quadro più ampio mentre i prezzi dell’oro continuano ad attestarsi a ridosso dei 1850 dollari per oncia.

Nonostante l'aggressiva politica monetaria della Federal Reserve, i mercati stimano che i tassi di interesse raggiungeranno un massimo del 3,50% entro la fine dell’anno, tuttavia, le pressioni inflazionistiche rimarranno elevate: "Attualmente, i rendimenti a due anni statunitensi sono del 2,7%, mentre l'inflazione complessiva è dell'8,2%, anche se ci sono ancora alcune dislocazioni da abbandonare dai calcoli su base annua, ragion per cui è probabile che le news sui rialzi dei tassi generino reazioni istintive nei mercati, con la visione a lungo termine che dovrebbe ruotare attorno a tassi reali negativi persistenti", ha affermato O’Connell.
Sebbene i mercati continuino a scontare significativi rialzi dei tassi durante l'estate, O'Connell ha osservato che c'è ancora molta incertezza su come il piano della banca centrale di ridurre il proprio bilancio si adatterà alle attuali politiche monetarie; questo mese la Federal Reserve ha iniziato a ridurre il suo saldo di 47,5 miliardi di dollari che diverranno 95 miliardi entro settembre.
“L'inasprimento dà una naturale spinta ai rendimenti obbligazionari, ed è certamente possibile che ciò possa consentire alla Fed di essere meno aggressiva nel suo aumento dei tassi di interesse rispetto a quanto i mercati obbligazionari hanno scontato - ha affermato O’Connell - quindi i parametri finanziari essenziali rimangono favorevoli all'oro, ma i mercati professionali non si stanno ancora impegnando in nessuna misura”.
Prima della decisione della Federal Reserve verrà diffuso il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo, nella giornata di venerdì, e gli economisti si aspettano che i dati indichino che le pressioni inflazionistiche hanno raggiunto il picco, anche se rimane da capire con quanta velocità i prezzi si raffredderanno. Secondo le previsioni di consenso, gli economisti prevedono un aumento dell'inflazione complessiva annuale dell'8,2%, in leggero calo rispetto al picco di marzo dell'8,5%. L'inflazione core annuale, che esclude i prezzi di cibo ed energia, dovrebbe aumentare del 5,9%, in calo dal 6,2% di aprile.
Fonte KitcoNews