Nonostante la volatilità sia aumentata negli ultimi giorni, gli analisti di mercato affermano che, in generale, il mercato dell'oro è in attesa di un catalizzatore in grado di spingere le quotazioni del metallo giallo al di fuori del trading rende ove sono attualmente inserite.
Gli ultimi dati della Commodity Futures Trading Commission mostrano che gli hedge fund rimangono relativamente neutrali sull'oro e non stanno assumendo posizioni rialziste o ribassiste significative, con le quotazioni del lingotto che rimangono intrappolati in un trading range definito da inflazione in aumento ed incremento dei tassi da parte della Fed che, con tutte le probabilità, aumenterà i tassi di interesse di 50 punti base a giugno ed a luglio.
L’inflazione rimane una grave minaccia per l’economia, con l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato dell’8,6%, nel mese di maggio, raggiungendo il livello più elevato in 40 anni.
"Ci si potrebbe aspettare che il quadro macro, con la Fed e la BOE che aumenteranno i tassi e la svolta da falco della BCE, pesi sull'oro, ma l'inflazione potrebbe tenere a bada i ribassisti” (Marc Chandler, amministratore delegato di Bannockburn Global Forex).

Il rapporto disaggregato della CFTC ha mostrato che i gestori di denaro hanno aumentato le loro posizioni lunghe lorde speculative in futures sull'oro Comex di 2484 contratti a 115215 contratti mentre le posizioni corte sono scese di 4254 contratti a 57684. La net long position è ora pari a 57531 contratti, in aumento del 13% rispetto alla settimana precedente.
Gli analisti di TD Securities hanno avvertito che i prezzi dell'oro potrebbero cedere terreno andando a testare il supporto a 1800 dollari per oncia: “La net long position sull’oro rimane piuttosto stabile, con un numero modesto di posizioni long aggiunte ed una modesta copertura short. Con i prossimi interventi della Fed, a questo punto telegrafati, i trader discrezionali, che hanno acquisito maggiore peso dalla pandemia, sono riluttanti ad abbandonare il mercato, soprattutto in un contesto contraddistinto da grande incertezza sull’operato della Fed dopo settembre e da crescenti preoccupazioni relative alla recessione. Sebbene questa dinamica abbia visto i prezzi dell'oro rimanere fermi di fronte a un dollaro forte e tassi in aumento, continuiamo a pensare che il metallo giallo alla fine soccomberà alla lotta della Fed contro l’inflazione" (dichiarazione rilasciata dagli analisti di TD Securities).
Nonostante i prezzi dell’oro possano intraprendere un percorso ribassista a breve termine, molti analisti confidano nel lungo periodo inquinato dubitano della effettiva capacità della Fed nel tenere sotto controllo l’inflazione; Ole Hansen, responsabile Commodity Strategy presso Saxo Bank, ha affermato che i crescenti timori di stagflazione e l'ulteriore debolezza dei mercati azionari continueranno a sostenere i prezzi dell’oro: "L'oro è relativamente invariato nel corso dell'anno, ma continua a sovraperformare le azioni, quindi sono soddisfatto della sua performance - ha affermato - La Federal Reserve sta finendo il tempo se vuole tenere sotto controllo l'inflazione. Non credo che vogliano rischiare di spingere l'economia in una recessione”.
Fonte KitcoNews