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Oro: Fed e dati sul lavoro sostengono i prezzi



La Redazione Articolo pubblicato il 06/11/2023 12:00:00
"Se il mercato del lavoro inizia a peggiorare, la Fed non sarà in grado di continuare un percorso aggressivo. I dati cementano l'idea di una pausa della Fed, che sta aiutando l’oro”: questo il commento di Phillip Streible

 

I prezzi dell’oro hanno terminato la passata ottava in rialzo in un contesto contraddistinto da dollaro USA e rendimenti del Tesoro in calo palesatosi dopo che i dati sull’occupazione USA particolarmente deboli hanno rafforzato la convinzione negli investitori di una possibile pausa nel processo di aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

Nel dettaglio, il prezzo spot dell’oro ha terminato le contrattazioni di venerdì 3 novembre 2023 in crescita dello 0,4% a quota 1994,3 dollari per oncia dopo aver registrato un massimo di 2003,7 dollari, mentre i futures sono aumentati dello 0,3% ponendo fine agli scambi a quota 1999,2 dollari.

I dati sulla crescita dell’occupazione hanno evidenziato un rallentamento più intenso rispetto alle attese insieme ad un raffreddarsi dell’inflazione salariale, due elementi che indicano una certa debolezza del mercato del lavoro; in termini di posti di lavori si registra un incremento degli stessi pari a 150000 unità contro le 180000 attese dal mercato.

"Se il mercato del lavoro inizia a peggiorare, la Fed non sarà in grado di continuare un percorso aggressivo. I dati cementano l'idea di una pausa della Fed, che sta aiutando l’oro”: questo il commento di Phillip Streible, chief strategist presso Blue Line Futures a Chicago.

Il Dollar Index è sceso dell’1% ed i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni sono scesi al minimo di oltre un mese, dopo la pubblicazione dei dati, ed il CME FedWatch indica una probabilità del 95% che la banca centrale americana lascerà i tassi invariati a dicembre, rispetto all’80% precedente alla pubblicazione dei dati.

Craig Erlam, analista di mercato senior presso OANDA, ha affermato in una nota che 2000 dollari per oncia rappresentano una importante soglia psicologica e che il superamento di tale livello, allo stato attuale, potrebbe rivelarsi una lotta particolarmente ardua.

Gli investitori tengono d’occhio anche il conflitto in Medio Oriente, con il prezzo del lingotto che è aumentato del 7% dopo la terribile giornata del 7 ottobre: "Anche se è improbabile che scoppi la pace, la situazione potrebbe non degenerare in un conflitto regionale nel breve termine. Dato che l'oro ha avuto un'impennata straordinaria nell'ultimo mese, potremmo vedere un certo consolidamento o addirittura un modesto ritracciamento", ha affermato Tai Wong, trader indipendente con sede a New York.

 

Fonte Reuters

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