Anche quest’anno in prossimità dell’estate ho provveduto a raccogliere ed analizzare le principali preoccupazioni dei risparmiatori ed investitori italiani: il 2015 si caratterizza sin da subito da una ricomparsa criticità sistemica dovuta tanto alle vicende senza fine dell’economia greca quanto alle politiche monetarie divergenti delle grandi banche centrali. Il clima di superficiale serenità finanziaria a cui ci aveva abituati il 2014 si è presto dileguato, facendo riemergere quelle paure ataviche che ci hanno accompagnato in tutti gli anni successivi al fallimento di Lehman Brothers.
Nonostante si ricevano proclami dagli organismi sovranazionali riguardanti una presunta ripresa economica o sulla fine della deflazione, la percezione di costante deterioramento economico del proprio tenore di vita rimane significativa soprattutto nelle popolazioni dell’Europa periferica. Non abbiamo solo la Grecia a rovinare il sonno di chi investe il proprio denaro, ma anche nuove nubi che si manifestano in Cina relativamente alla bolla immobiliare che si è andata a formare in questi ultimi tre anni ed alla preoccupante sostenibilità finanziaria di tutta l’industria petrolifera non convenzionale negli USA.
Senza dimenticare la recessione conclamata in Brasile, il rischio di default per il Venezuela, la crisi geopolitica con l’Ucraina, il crollo delle quotazioni di tutte le commodity, la procedura di bail-in ormai a regime in Europa, le preoccupazioni sul futuro rialzo dei tassi, oltre alle quotazioni di mercati azionari ed obbligazionari ormai ai massimi storici di sempre. In economia e finanza si insegna ad iniziare a preoccuparsi proprio quando tutto sembra tranquillo. La calma che precede la tempesta, qualcuno potrebbe dire.
A novembre assisteremo alle elezioni politiche in Spagna e visto il recente successo alle amministrative di Podemos, tutta l’Eurozona è in spasimante fibrillazione, il rischio di deriva euroscettica sembrava definitivamente sdoganato proprio la scorsa estate con il risultato delle votazione europee. Il risultato spagnolo unitamente alla tragedia greca mettono ancora la moneta unica in una condizione di vulnerabilità. Il risparmiatore italiano medio non rimane indifferente a questi possibli scenari e nel suo piccolo cerca di identificare una exit strategy o un’ancora di salvezza per il proprio patrimonio finanziario. Anche quest’anno riemerge il timore di una patrimoniale, sempre più probabile a fronte delle nuove copertura finanziarie determinate da una recente sentenza della Corte Costituzionale. Molti tuttavia rimangono spaesati avendo compreso come i due assets storici (mattone e titoli di stato) non solo non pagano più con certezza laute rendite ma soprattutto come espongano irrimediabilmente a rischi di perdite un tempo impensabili.
Se a questo aggiungiamo la nuova tassazione delle rendite finanziarie al 26% possiamo convenire che oggi ricercare income ovvero rendimento soddisfacente per remunerare i propri risparmi è impresa ardua e difficile. Tuttavia mai come in questa epoca diventa necessario non solo proteggere i propri risparmi puntando ad una diversificazione strategica dei propri asset di investimento, ma anche individuare quei nuovi strumenti finanziari di ultima generazione che consentano di avere un approccio market neutral o non direzionale all’andamento generale dei mercati finanziari. Qui sotto trovate riepilogata la consueta hit parade dei dubbi finanziari del pubblico risparmiatore italiano risalenti alle ultime settimane, dubbi che sono riconducibili alla tenuta dell’euro, ad un rischio di imposta patrimoniale e di andamento dei mercati finanziari:
A quali rischi mi può esporre un eventuale default della Grecia ?
Ha ancora senso acquistare un BTP ai tassi di emissione attuali ?
Come faccio a proteggermi da una possibile patrimoniale in Italia ?
Quali sono i rischi per chi detiene euro e franchi svizzeri ?
L’euro è tornato ad essere rischioso come tre anni fa ?
Quali sono i mercati che potrebbero beneficiare del QE ?
Le recenti discese delle borse occidentali mi devono preoccupare ?
Con il bail-in a regime cosa rischiano i miei depositi bancari ?
Se volessi rischiare, su quali obbligazioni mi converrebbe puntare ?
Si dice che il mercato immobiliare è in ripresa, ci posso contare ?
Vorrei avere rendite finanziarie oltre il 4 %, come posso fare ?
Continuo ad avere oro da parte, cosa mi conviene fare adesso ?
Come mi converrebbe suddividere il mio patrimonio finanziario ?
Ci sono opportunità ad elevato rendimento per chi volesse rischiare ?
La maggior parte dei lettori è ormai consapevole di come sia sempre più opportuno evitare una eccessiva esposizione in titoli governativi ed obbligazioni bancarie (causa bail-in), il tutto per evitare fenomeni di ristrutturazione forzata del debito da parte del rispettivo emittente. La scorsa estate eravamo all’unisono piuttosto confortati di come il peggio, almeno per l’euro fosse stato archiviato, purtroppo invece ci dobbiamo ricredere, con la consapevolezza che fino a quando la Grecia non verrà stabilizzata tanto finanziariamente quanto socialmente, tutto rimane possibile, anche il worst case scenario, il quale tuttavia ha basse probabilità di verificarsi (sino ad oggi).
Per gentile concessione del blog EugenioBenetazzo.com