I partecipanti al mercato questa settimana sono stati intimoriti dall’evolversi del massiccio programma di acquisto di mais statunitense della Cina, in quanto sono circolate numerose voci che parlavano della cancellazione di alcuni ordini, voci che, tuttavia, non sono state confermate.
Nel corso dell’anno la Cina ha acquistato ingenti quantità di mais USA a causa dei prezzi interni elevati a seguito del crollo delle scorte in loco, una condizione determinata, anche, dalla ricostruzione degli allevamenti di maiali decimati dalla peste suina nei mesi passati.
Pechino si è già assicurata un’ampia quantità di mais a stelle e strisce per la stagione 2021 - 2022 che prenderà il via entro la fine dell’anno, ma un report recentemente giunto a mercato ha instillato il dubbio che il colosso asiatico potrebbe iniziare a limitare le importazioni.
Il report afferma che sarebbero stati cancellati ordini relativi al vecchio raccolto per un volume inferiore ad un milione di tonnellate, un importo contenuto, se contiamo che per la stagione 2021 - 2022 la Cina ha effettuato acquisti per 23 milioni di tonnellate di prodotto (la cancellazione dei carichi potrebbe essere presto confermata dall’USDA).
Giovedì l'USDA ha riferito che i compratori cinesi hanno raccolto 5,64 milioni di tonnellate di mais americano di nuovo raccolto nella settimana terminata il 20 maggio, in linea con la tabella di marcia comunicata ai mercati.

Nonostante i recenti timori, i compratori di mais cinesi sembrano essere attivi e di questo dovremmo trovare conferma nei prossimi report USDA, e lo stesso vale per cancellazioni di entità significativa.
All’inizio del mese di maggio l’USDA stimava che nella stagione 2021 - 2022 la Cina avrebbe importato 26 milioni di tonnellate di mais, come nella stagione attuale e, sino ad ora, sono state effettuate acquisizioni per il 41% del totale.
Alcuni osservatori sottolineano come gli acquisti potrebbero far parte del programma di Pechino atto ad onorare gli impegni presi con gli USA tramite la tira dell’accordo commerciale denominato Fase 1 che prevede un forte incremento degli acquisti di prodotti statunitensi: tale accordo, sino ad ora, non è stato onorato.
Fonte Reuters