Le previsioni indicano un protrarsi della siccità negli USA e questo ha alimentato una significativa incertezza in merito al raccolto di mais a stelle e strisce tradottasi in un aumento dei prezzi del prodotto nel corso della passata settimana ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è stato sufficiente a porre fine alla tornata di vendite attuata dai fondi ormai da ben tre mesi.
I futures del mais più attivi sono aumentati in modo frazionario nella settimana terminata il 13 luglio, con i guadagni concentrati negli ultimi due giorni della settimana in oggetto e, secondo i dati comunicati dalla U.S. Commodity Futures Trading Commission (CFTC) i gestori hanno ridotto la loro net long position in futures e opzioni sul mais a 208799 contratti dai 219371 della settimana precedente.
Il posizionamento dei gestori si propone come “il meno ottimista” da ottobre, con le posizioni long che avevano raggiunto un record all’inizio dell’anno mentre, attualmente, si attestano a ridosso della media di periodo; prudente il posizionamento short che, tuttavia, si mostra a livelli elevati rispetto agli ultimi mesi.
Gli speculatori, in genere, non acquistano mais alla fine di luglio, tranne quando il raccolto statunitense sembra peggiorare ulteriormente, come accadde nel 2010, 2011 e 2012. Le piogge recenti sono state abbondanti nelle aree chiave della Corn Belt, ma le condizioni nel nord e ad ovest sono tali da destare preoccupazione.
Le previsioni di venerdì hanno mostrato che condizioni più calde e più secche erano probabili per molti stati nelle prossime due settimane, in particolare in quelli che già versano in condizioni non ottimali.
Fonte Reuters