Nel 2022 il mondo ha importato più gas naturale liquefatto (GNL) che mai, ma la guerra in Ucraina ha fatto sì che la crescita si concentrasse nei paesi europei ricchi e lontano dai paesi asiatici più poveri.
Le importazioni globali totali di GNL sono salite a 409 milioni di tonnellate, lo scorso anno, conto i 386,5 milioni di tonnellate del 2021, secondo i dati di Refinitiv, mentre i dati degli analisti di Kpler hanno mostrato volumi lievemente inferiori, ovvero 400,5 milioni di tonnellate contro 379,6 milioni di tonnellate nel corso dell’anno passato.
Vista la situazione geopolitica e produttiva volumi così tanto elevati non hanno destato particolare scalpore, tuttavia, nel 2022 si è verificato un vero e proprio cambio di passo: la domanda, infatti, non è per nulla aumentata nella regione asiatica. La Cina, ad esempio, ha importato 64,44 milioni di tonnellate di GNL, nel 2022, ossia quasi il 20% in meno rispetto al 2021 ed anche le importazioni del Giappone si mostrano in calo a quota 73,61 milioni di tonnellate a fronte dei 75,35 milioni di tonnellate del 2021.
La principale dinamica che ha portato al calo delle importazioni cinesi è stata che gli acquirenti nella seconda economia più grande del mondo sono rimasti in gran parte fuori dal mercato spot, prendendo invece solo carichi con contratti a lungo e medio termine; questa situazione è imputabile al marcato aumento dei prezzi spot, con la valutazione asiatica settimanale che ha toccato il massimo record di 70,5 $/mmBtu nella giornata del 26 agosto 2022.

Il prezzo spot è sceso dal suo massimo storico attestandosi a 25 $/mmBtu nella prima settimana di gennaio 2023 grazie alla presenza di scorte molto ampie e temperature miti, tuttavia si tratta di una quotazione elevata rispetto alle quotazioni tradizionali che, prima del 2021, non avevano mai superato i 20,5 $/mmBtu scendendo a 2 $ in occasione del diffondersi del covid 19.
I prezzi elevati hanno avuto ripercussioni non solo in Cina, che è probabilmente in una posizione migliore rispetto a molte economie asiatiche in via di sviluppo per far fronte all'aumento dei costi ed in contrazione si sono mostrate anche le importazioni di GNL di India, Pakistan e Bangladesh.
Europa superstar
Il GNL che non è fluito in Asia è stato acquistato dall'Europa, con le importazioni del continente che sono aumentate del 59% a 124,93 milioni di tonnellate nel 2022 contro i 78,55 milioni di tonnellate dell'anno precedente. Gran parte dell'aumento è stato soddisfatto dalla fornitura dagli Stati Uniti, con le importazioni che sono salite a 52,06 milioni di tonnellate contro i precedenti 21,5 milioni di tonnellate; in crescita le importazioni europee di GNL russo, che salgono a quasi 14 milioni di tonnellate, nel 2022, contro i 13,46 milioni di tonnellate del 2021.
Le nazioni europee si sono mosse per vietare le importazioni di greggio russo, combustibili raffinati e carbone, ma solo la Gran Bretagna e gli stati baltici di Lituania, Estonia e Lettonia hanno bloccato le importazioni di GNL dalla Russia e, vista la crescente dipendenza dell'Europa dal GNL, mentre le forniture di gas russo sono limitate, potrebbe rivelarsi difficile fermare o anche solo ridurre, il GNL russo.
Nel complesso, è probabile che le dinamiche stabilite nel 2022 persistano nel 2023, con l'Europa che mantiene alti livelli di importazioni di GNL, che manterranno alti i prezzi spot, mentre le nazioni asiatiche in via di sviluppo faticano a competere e si rivolgono maggiormente al carbone per la produzione di energia.
Il jolly è la Cina, dove la riapertura del Paese potrebbe aumentare la domanda, soprattutto nella seconda metà dell'anno, ma solo se i prezzi non saliranno a livelli che rendono il GNL non competitivo nel mercato interno.
Fonte Reuters