Gli investitori stanno diventando sempre più pessimisti in merito al futuro dei prezzi del gas naturale USA e, attualmente, il sentiment di mercato è ai livelli più bassi dai tempi della pandemia.
Le quotazioni sono ai livelli più contenuti dal 1990 ad oggi, ma le posizioni ribassiste continuano ad aumentare con hedge fund ed altri gestori che hanno venduto l'equivalente di 391 miliardi di piedi cubi (bcf) nei due principali contratti futures e opzioni legati al gas consegnato all'Henry Hub nei sette giorni terminati il 13 febbraio.

Da un punto di vista tecnico, le quotazioni sono a rischio di rialzo, in quanto l’eccesso di posizioni short favorisce una rapida liquidazione delle stesse nel caso in cui i prezzi dovessero iniziare a salire, un elemento che sosterebbe un rialzo esteso, tuttavia, gli investitori hanno in più occasioni tentato - e fallito - di identificare un possibile punto di svolta nell’andamento delle quotazioni: gli hedge fund e altri gestori hanno acquistato futures e opzioni tra febbraio e luglio 2023 (+1.943 bcf), poi di nuovo tra settembre-ottobre 2023 (+1.216 bcf) e tra dicembre 2023 e gennaio 2024 (+1.409 bcf), ma ogni volta le scorte in aumento hanno vanificato tali interventi dalle velleità rialziste.
Nell’esempio più recente, i prezzi sono crollati in risposta a temperature eccezionalmente miti legate alle forti condizioni di El Niño nel Pacifico che hanno soppresso il consumo di gas per gran parte dell’inverno 2023/24.
Le scorte di gas sono ben al di sopra della media stagionale in Nord America ed Europa e il surplus in entrambe le regioni ha continuato ad aumentare. Fino a quando non ci saranno prove chiare che il surplus non stia iniziando a erodersi, i gestori di fondi che cercano di diventare rialzisti hanno bisogno della capacità di resistere a grandi richieste di margine e di forti convinzioni.
Fonte Reuters