Nel corso della sessione di ieri, lunedì 18 luglio 2022, i prezzi del gas naturale degli Stati Uniti hanno guadagnato fino al 7%, prima di terminare gli scambi a 7,44 $/mmbtu (+6%), a seguito delle previsioni meteo che indicano temperature in ulteriore aumento in grado di sostenere la domanda di gas.
Il caldo estremo ha già indotto un aumento della domanda di gas a livelli mai visti in precedenza in diverse aree del Paese tra cui il Texas e numerosi stati centrali dove residenti ed aziende utilizzano l’aria condizionata in modo particolarmente intenso.
L’incremento dei prezzi del gas si palesa a mercato nonostante la produzione si attesti a livelli elevati e nonostante l’interruzione delle operazioni presso l'impianto di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) di Freeport (Texas) renda disponibile un maggior volume di gas utilizzabile per rimpinguare le scorte.

Freeport, il secondo più grande impianto di esportazione di GNL degli Stati Uniti, consumava circa 2 miliardi di piedi cubi al giorno (bcfd) di gas prima della chiusura dell'8 giugno. Freeport LNG ha affermato che l'impianto potrebbe tornare in funzione verso il 20 di ottobre, ma numerosi analisti ritengono che lo stop alle operazioni potrebbe protrarsi ben più a lungo.
Il prezzo del gas naturale degli Stati Uniti, nel corso di quest’anno, è aumentato del 101% in quanto i prezzi elevati in Europa ed Asia sostengono la domanda di GNL USA, soprattutto alla luce di una possibile interruzione dei flussi russi verso l’Europa (il gas viene scambiato a circa 47 $/mmBtu in Europa e 39 $/mmbtu in Asia.
Dopo la chiusura del Nord Stream 1 per manutenzione, l'11 luglio, le esportazioni di gas di Mosca hanno evidenziato un netto calo: le società che gestiscono Nord Stream, guidate da Gazprom hanno affermato che le operazioni dovrebbero riprendere nella giornata del 21 luglio, ma gli esperti di settore prevedono che lo stato di inattività durerà ben più a lungo.
Il prezzo del gas statunitense è decisamente inferiore a quello della piazza globale in quanto gli USA sono il primo produttore mondiale, in grado di soddisfare appieno le esigenze interne con i vincoli delle infrastrutture dedicate che limitano le esportazioni di GNL.
I dati diffusi da Refinitiv mostrano che la produzione media di gas degli USA si attesta a 96,1 bcfd nel mese di luglio contro i 95,3 del mese di giugno ed a fronte di un record mensile di 96,1 bcfd registrato a dicembre 2021; su base giornaliera, la produzione è salita a 96,9 bcfd, il massimo da fine dicembre.
Gli analisti hanno affermato che l'interruzione di Freeport ha consentito alle utility statunitensi di ricostruire rapidamente scorte di gas, ma riduce la quantità di gas statunitense disponibile per l’esportazione: questo è un problema per l'Europa, dove la maggior parte del GNL degli Stati Uniti è già stato utilizzato nel tentativo di ridurre la dipendenza dalla Russia.
Secondo Refinitiv, le scorte di gas nell'Europa nord-occidentale - Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi - erano circa l'8% al di sotto della media quinquennale (2017-2021) per questo periodo dell’anno con i volumi stoccati pari al 59% della capacità totale.
Fonte Reuters