Per descrivere quanto sta accadendo dobbiamo tornare indietro nel tempo: nel mese di novembre… e dobbiamo andare in Africa, più precisamente in Etiopia, dove alcuni funzionari hanno presentato due accordi per acquistare grano ad un prezzo molto conveniente da fornitori di cui i commercianti più esperti non avevano mai sentito parlare; uno di questi fornitori esponeva, sul suo sito web, un indirizzo tedesco rivelatosi poi inesistente e, a ben guardare, anche le immagini presenti sul sito avevano qualcosa di strano…
Torniamo ai giorni nostri: a due mesi di distanza rimane un mistero chi ci fosse dietro gli accordi in oggetto e rimane anche un mistero quale fosse la reale motivazione degli stessi, anche perché il governo non lamenta perdite economiche legate a queste operazioni commerciali. Una cosa, tuttavia, è più che certa: il grano non è mai stato consegnato ed il governo ha annullato le aste in oggetto ed è pronto a ripartire.
Potrebbe non esserci nulla di losco dietro l’accaduto, semplicemente potrebbe trattarsi di un errore imbarazzante che potrebbe tuttavia avere conseguenze devastanti per una nazione come l’Etiopia che sta sostenendo una strenua lotta contro la fame: la nazione fa affidamento su importazioni di frumento superiori ad un milione di tonnellate all’anno per soddisfare le esigenze alimentari e le due aste “misteriose” pesavano per complessive 600000 tonnellate, e non è tutto, perché da allora i prezzi del frumento sono aumentati, ragion per cui il governo etiope dovrà sopportare un esborso maggiore per ottenere il grano di cui tanto necessita.
La situazione in Etiopia è complicata e questo vale anche per il settore alimentare, con il processo delle aste di frumento ormai da anni nel mirino della legge e sottoposto a pesanti accuse di corruzione che hanno condotto a numerose cancellazioni di gare d’appalto che hanno anche messo a dura prova le indispensabili riserve in valuta estera.
L'industria agricola dell'Etiopia lo scorso anno ha subito le peggiori infestazioni di locuste del deserto degli ultimi decenni, nonché la pandemia di Covid-19 e, allo stesso tempo, il conflitto in alcune parti del paese ha provocato lo sfollamento di decine di migliaia di persone, aumentando la diffusa carenza di cibo.
“Non c’è alcun dubbio che l’Etiopia stia patendo una grave crisi della sicurezza alimentare: la nazione ha già perso una serie di gare d’appalto e questa volta, molto semplicemente, potrebbero aver trovato difficoltà nel reperire fornitori realmente affidabili” (Tedd George, fondatore di Kleos Advisory).
Un portavoce del ministero delle Finanze questa settimana ha affermato che mentre le due gare sono state annullate, la nazione è stata in grado di soddisfare le sue esigenze attraverso altri acquisti e forniture interne, anche se non ha potuto commentare ulteriormente.

I principali commercianti di cereali hanno ampiamente evitato le offerte dell'Etiopia a causa di termini sfavorevoli come la richiesta di offerte valide per 30 giorni che espone i commercianti a perdite in caso di variazione dei prezzi, tuttavia è presente una serie di piccoli fornitori che regolarmente partecipano alle aste della nazione.
Le due gare aggiudicate a novembre riguardavano l'acquisto di 400.000 tonnellate di frumento da Rosentreter Global Food Trading e 200.000 tonnellate da Martina Mertens, per un valore complessivo di circa 117 milioni di dollari, tuttavia le due società risultavano sconosciute a ben nove commercianti internazionali interpellati da Bloomberg.
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