Un embargo russo sul gas naturale causerebbe profonde recessioni in Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Italia a meno che i paesi non possano cooperare maggiormente per condividere forniture alternative: questo è quanto afferma l’FMI (Fondo Monetario Internazionale), i cui ricercatori hanno spiegato che alcuni paesi potrebbero essere costretti ad affrontare una carenza di gas fino al 40% del normale consumo nel caso in cui la fornitura di gas naturale in arrivo dalla Russia dovesse essere interrotta del tutto.
La nazione più colpita economicamente sarebbe l’Ungheria, con una riduzione di oltre il 6% del prodotto interno lordo, mentre Slovacchia, Repubblica Ceca e Italia potrebbero vedere il PIL ridursi del 5% nel caso in cui alle forniture alternative di gas, compreso il gas naturale liquefatto, fosse impedito di fluire liberamente dove necessario.

Grafico con fonte FMI
Nello scenario più ottimista di un mercato pienamente integrato, il danno economico si riduce, con l'Ungheria che vede una riduzione del PIL di oltre il 3%, Slovacchia e Italia che subiscono una riduzione del PIL di oltre il 2% e il PIL della Repubblica Ceca che si riduce di meno del 2%.
Nello scenario peggiore il PIL della Germania subirebbe una contrazione del 2% e di poco più dell’1% nello scenario migliore a causa del migliore accesso a fonti energetiche alternative ed a causa di una maggior capacità di ridurre i consumi, ma l'attività economica tedesca potrebbe essere ridotta del 2,7% nel 2023, con l'aumento dei prezzi del gas all'ingrosso che spingerà l'inflazione tedesca al rialzo di altri 2 punti percentuali nel 2022 e nel 2023.
I ricercatori del FMI hanno affermato che le infrastrutture europee e l'approvvigionamento globale hanno resistito finora, con un calo del 60% delle forniture di gas russe da giugno 2021. Il consumo totale di gas nel primo trimestre, durante il quale la Russia ha lanciato la sua invasione dell'Ucraina, innescando sanzioni economiche occidentali, è stato in calo del 9% rispetto all'anno precedente e si stanno sfruttando forniture alternative, in particolare GNL dai mercati globali: “Il nostro lavoro suggerisce che una riduzione fino al 70% del gas russo potrebbe essere gestita a breve termine accedendo a forniture e fonti energetiche alternative complice un calo della domanda imputabile ai prezzi elevati”.
Fonte Reuters