È di ieri, mercoledì 21 settembre 2022, la notizia della nazionalizzazione di Uniper, società dedita all’importazione di gas, e sempre ieri la Gran Bretagna ha dichiarato che dimezzerà le bollette energetiche per le imprese in risposta a una crisi sempre più profonda che ha messo in luce la dipendenza dell'Europa dal combustibile russo.
La tensione non accenna a diminuire ed il presidente russo Vladimir Putin, durante un discorso alla nazione, ha annunciato una parziale mobilitazione militare, in quella che si propone come la più grande escalation della guerra in Ucraina dall’inizio del conflitto.
Secondo una ricerca del think tank Bruegel, i governi europei avevano già stanziato quasi 500 miliardi di euro al fine di proteggere cittadini ed imprese dall'impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità: la succitata Uniper si propone come una tra le maggior i vittime di questa situazione e la Germania ha stanziato altri 8 miliardi di euro per il salvataggio della società, ultima fase di un piano complessivo che prevede una spesa di 29 miliardi di euro.
Tra i paesi membri che spenderanno cifre elevatissime troviamo anche la Francia, che stanzierà 9,7 miliardi di euro per assumere il pieno controllo dell'utility EDF, mentre la Gran Bretagna ha parlato di spese per decine di miliardi di sterline per realizzare la strategia messa a punto: "Siamo intervenuti per fermare il collasso delle imprese, proteggere i posti di lavoro e limitare l’inflazione”: questo il commento del ministro delle finanze britannico Kwasi Kwarteng in merito al tetto massimo ai costi all'ingrosso di elettricità e gas per le imprese, che dovrebbe applicarsi dal 1 ottobre.

La piena nazionalizzazione di Uniper comporterà l’acquisizione, da parte del governo tedesco, della finlandese Fortum, al fine di conferire allo stato una partecipazione del 99%: "Questo chiaramente non è sostenibile dal punto di vista delle finanze pubbliche - spiega Simone Tagliapietra, senior fellow di Bruegel - i governi con più spazio fiscale gestiranno inevitabilmente meglio la crisi energetica superando i loro vicini per risorse energetiche limitate durante i mesi invernali”.
Tutto il possibile!
Il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, annunciando la strategia adottata, spiega che lo stato farà tutto il possibile per garantire la stabilità delle aziende sul mercato. La Germania dipendeva più di molti altri, in Europa, dal gas russo, fornito principalmente tramite il gasdotto Nord Stream 1, gasdotto recentemente chiuso da Mosca. Il governo tedesco ha già messo in amministrazione fiduciaria Gazprom Germania, un'unità di Gazprom controllata dal Cremlino, e una sussidiaria della compagnia petrolifera russa Rosneft: sostanzialmente si tratta di una nazionalizzazione de facto e, includendo le spese dedicate ad Uniper, si parla di un esborso di circa 40 miliardi di euro.
Tasse aggiuntive
Un altro discorso che tiene banco in Europa è quello delle tasse, con la proposta che prevede che le società che stanno realizzando profitti extra a causa della crisi paghino tasse aggiuntive al fine di sostenere i consumatori nella lotta all’inflazione. Il CEO di TotalEnergies ha dichiarato che il gruppo energetico francese avrebbe probabilmente dovuto affrontare più di 1 miliardo di euro di tasse aggiuntive nel caso in cui la proposta UE dovesse essere approvata.
Nella sessione di ieri i prezzi del gas hanno nuovamente superato i 210 eur/mwh, soprattutto dopo la mobilitazione parziale annunciata dal presidente russo Vladimir Putin, un elemento che lascia intendere che il conflitto in Ucraina sia tutt’altro che vicino al termine in un contesto che vede i flussi di gas della Russia verso l'Europa attraverso l’Ucraina stabili ed interrotti quelli in direzione est attraverso il gasdotto Yamal-Europa verso la Polonia.
Negli USA i senatori democratici e repubblicani martedì hanno proposto che l'amministrazione del presidente Joe Biden utilizzi sanzioni secondarie sulle banche internazionali per rafforzare i piani per un tetto massimo di prezzo da parte dei paesi del G7 sul petrolio russo, ma Mosca ha affermato che taglierebbe totalmente i flussi di gas e petrolio verso l’occidente nel caso in cui dovesse essere implementato un intervento di questo tipo. Diversi paesi hanno vietato le importazioni di greggio e carburante russi, ma Mosca è riuscita a mantenere i suoi ricavi attraverso l'aumento delle vendite in Asia.
Fonte Reuters