Goldman Sachs si aspetta un superciclo delle materie prime innescato dalla Cina e dalla fuga di capitali dai mercati energetici e dagli investimenti a seguito dei timori causati dal settore bancario: questo è quanto afferma il responsabile del settore materie prime della banca statunitense, Jeff Currie, che spiega: “La perdita di capitali verificatasi nei mercati ha indotto gli investitori a volgere l’attenzione alle materie prime. Storicamente, in presenza di eventi come questo, servono mesi per recuperare le perdite e, inoltre, entro giugno avremo un deficit nel mercato petrolifero e questo sosterrà le quotazioni del petrolio”.
La crisi indotta dalle vicende che hanno visto coinvolta Credit Suisse, che hanno fatto seguito a quelle che hanno visto crollare due banche USA, ha condotto le quotazioni del petrolio al livello più basso in 15 mesi.
Nella sua analisi, Currie ha sottolineato che l’impatto si è rivelato particolarmente intenso sul lato dell’offerta, piuttosto che su quello della domanda, e sempre l’analista ha dichiarato di essere molto ottimista in merito al rame: “I depositi sono già partiti... Il contante va nei mercati monetari, non nelle banche e, per quanto concerne il rame, le prospettive future sono straordinariamente favorevoli. Avremo scorte ai livelli più bassi di sempre a circa 125000 tonnellate con un picco di offerta nel 2024. A breve termine indichiamo un prezzo del rame a 10500 dollari per tonnellata mentre, a lungo termine, la stima è per un prezzo di 15000 dollari”.
Le osservazioni di Currie hanno fatto eco a quelle del principale commerciante di rame Trafigura, che ha affermato che il prezzo potrebbe superare i 12000 dollari.
Currie ha aggiunto che le preoccupazioni per il settore bancario erano incentrate sulle banche regionali statunitensi, mentre l'Europa era relativamente al sicuro dal contagio.
Fonte Reuters