Secondo una stima pubblicata questa settimana dalla banca olandese Rabobank, si prevede che il raccolto di caffè brasiliano 2025 raggiungerà i 62,8 milioni di sacchi, il che rappresenta una riduzione del 6,4% rispetto al ciclo precedente. Il calo è dovuto principalmente alla siccità del 2024, che ha ostacolato la fioritura e ha colpito in particolar modo il caffè Arabica.
Si prevede che la produzione di Arabica subirà un calo significativo del 13,6%, mentre per la Canephora si prevede che raggiungerà il record storico di 24,7 milioni di sacchi, con un aumento del 7,3%. Nonostante ciò, le prospettive sono pessimistiche per Rondônia, uno dei principali stati produttori.

Grafico Tradingview
A marzo, il Brasile ha esportato 3,3 milioni di sacchi, con un calo del 4% rispetto a febbraio e un calo significativo del 25% rispetto a marzo 2024. Nel primo trimestre, le esportazioni hanno totalizzato 10,7 milioni di sacchi, con un calo dell'11% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo il rapporto mensile di Rabobank. Il rallentamento è attribuito alla bassa stagione e alle basse scorte nazionali. È probabile che la situazione migliori con l'arrivo del nuovo raccolto, previsto per giugno o luglio.
I prezzi interni sono diminuiti a marzo e aprile, sebbene si mantengano a livelli elevati rispetto al 2023. L'Arabica è sceso del 3,2% a marzo e del 2,6% ad aprile, mentre il Conilon è sceso rispettivamente del 2,3% e del 15,9%. Ciononostante, i prezzi hanno registrato un aumento del 104% per l'Arabica e del 54% per il Conilon rispetto ad aprile dell'anno scorso.
Dopo un periodo di siccità a febbraio e nella prima metà di marzo, la pioggia è tornata a partire dalla seconda metà di marzo, soprattutto nelle regioni meridionali di Minas Gerais e Cerrado Mineiro, alleviando la situazione dei raccolti.
Sulla scena internazionale, la riduzione delle scorte e i conflitti nel Mar Rosso, uniti alle incertezze sui dazi sulle importazioni americane, hanno contribuito alla forte volatilità dei prezzi del caffè. Tra il Giorno della Liberazione e l'annuncio della sospensione di 90 giorni dei dazi doganali statunitensi, i prezzi dell'Arabica sono scesi del 6%, ma si sono ripresi del 5% dopo l'annuncio. Anche i fondi non commerciali sono stati protagonisti delle fluttuazioni del mercato, aumentando ulteriormente l’instabilità.
Fonte Reuters