Sebbene la volatilità del mercato abbia fatto crollare l’argento, con prezzi scambiati al di sotto dei 30 dollari l’oncia, un buon numero di analisti si mostra fiducioso nel futuro del metallo.
Bank of America vede un forte potenziale nel settore minerario e Michael Widmer, strategist della banca specializzato in metalli preziosi, indica un target di 35 dollari per oncia entro i prossimi due anni, mentre altri analisti sottolineano come il prezzo dell’argento, nonostante il recente calo, si mantenga al di sopra della media mobile a 50 giorni.
Negli ultimi due anni, l’oro è stato il bene rifugio preferito poiché gli investitori cercavano di proteggersi dai rischi geopolitici; tuttavia, la Bank of America prevede che ora sia giunto il momento per l’argento di brillare, dato che ha appena iniziato ad avere successo nel settore dei metalli preziosi.
“L’argento ha sottoperformato l’oro poiché la domanda industriale è stata debole. Con l’economia globale in miglioramento - spiega Widmer - il metallo bianco dovrebbe iniziare a performare meglio. Ulteriore supporto sta arrivando anche man mano che la prossima generazione di pannelli solari, che utilizzano più argento, stanno guadagnando terreno. Tutto ciò potrebbe quindi anche attrarre più investitori sul mercato, creando un ciclo virtuoso che spinge i prezzi più in alto, con 30 dollari l’oncia a portata di mano”.

In questo contesto, Winder ha confermato il rating di acquisto della banca per le azioni legate all’argento con Pan American Silver e Wheaton Precious Metals nella veste di top performer.
Sebbene l’argento abbia un potenziale significativo come metallo industriale, Winder ha affermato che affinché i prezzi possano decollare, la domanda a fini di investimento deve aumentare: “Sebbene i prezzi siano stati mantenuti, riconosciamo che l’argento non ha fatto una spinta decisiva al rialzo negli ultimi tempi. Perché no? Una delle ragioni è la scarsa domanda degli investitori. Stiamo assistendo ad una mancanza di interesse da parte del patrimonio gestito per gli ETF garantiti fisicamente - conclude Widmer - e ciò si riflette anche nelle posizioni nette non commerciali del CME, nei volumi di scambio sullo Shanghai Gold Exchange/Shanghai Futures Exchange e sugli acquisti di monete statunitensi, tuttavia, notiamo anche segnali incoraggianti nella domanda commerciale, che alla fine potrebbero attrarre gli investitori, rafforzando la nostra visione costruttiva sul metallo per il 2024”.
Fonte KitcoNews