La OPEC+, nel tanto atteso meeting di ieri, ha deciso di attenersi alla strategia concordata in precedenza che prevede l’aggiunta di 400000 barili giornalieri alla produzione di petrolio su base mensile, ma ha inserito quella che i media hanno sin da subito definito una “clausola di fuga” che consente di rivedere la decisione in qualsiasi momento a causa dell’enorme incertezza presente a mercato.
Sostanzialmente, a gennaio la fornitura di greggio subirà il previsto incremento di 400000 barili giornalieri, una decisione che sicuramente soddisferà i grandi consumatori, ma l’inserimento della clausola che consente la revisione della strategia in tempi eccezionalmente brevi evidenzia l’incertezza delle prospettive per l’intero settore petrolifero, un’incertezza diretta conseguenza di due fattori, ovvero la variante Omicron ed il rilascio delle SPR da parte di USA ed altri grandi consumatori.
Con il greggio già in un mercato ribassista, analisti e commercianti si aspettavano che la OPEC+ rimandasse l’aumento dell’offerta di petrolio, eppure una decisione di questo tipo avrebbe comportato problemi politici estremamente rilevanti, infatti, nonostante il recente calo dei prezzi del barile, l’Arabia Saudita deve far fronte alla pressione dei consumatori - Stati Uniti in testa a tutti - che chiedono a gran voce un intervento atto ad evitare un pico dell’inflazione: ignorare tali considerazioni avrebbe messo a dura prova le già tese relazioni del Regno con Washington.
"Apprezziamo lo stretto coordinamento delle ultime settimane con i nostri partner Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e altri produttori OPEC+ per aiutare ad affrontare le pressioni sui prezzi - ha affermato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki dopo l’incontro - insieme al rilascio coordinato delle SPR, crediamo che questo sia in grado di facilitare la ripresa economica globale”.
In prima battuta i futures sul greggio hanno perso rapidamente quota, ma si sono ripresi dopo che il mercato è venuto a conoscenza della “clausola di fuga”; il petrolio WTI (piazza di New York) ha ceduto sino a quasi il 5%, per poi terminare la sessione di ieri a 67,4 dollari per barile con un incremento del 2,8%.
Fonte Bloomberg