Petrolio: OPEC e variante Delta abbattono i prezzi
La Redazione
Articolo pubblicato il 20/07/2021 09:00:00
Mentre l'offerta di petrolio è destinata ad aumentare, alcuni paesi stanno reimponendo restrizioni ai movimenti per controllare il virus: Indonesia, Thailandia, Corea del Sud, Vietnam e Singapore sono alle prese con nuovi focolai ed anche negli USA la situazione pare peggiorare di giorno in giorno
Dopo che la OPEC+ ha concordato il tanto atteso aumento della produzione di petrolio i prezzi del barile sono crollati a ridosso dei livelli più bassi in sei settimane, ma la coalizione di produttori non è la sola responsabile di questa debacle, in quanto gli investitori sono particolarmente intimoriti anche dal diffondersi della variante Delta che, potenzialmente, minaccia la ripresa economica globale.
Nel momento in cui queste righe sono scritte (lunedì 19 luglio alle ore 15.40) i prezzi del Brent si presentano in calo di quasi il 4% a ridosso dei 70,5 dollari per barile, in un contesto che ha visto i leader della OPEC+ dichiarare di aver raggiunto un accordo che prevede un aumento della produzione di 400000 barili giornalieri su base mensile a partire dal mese di agosto.
La produzione di petrolio verrà aumentata a tale ritmo sino a quando non verrà ripristinato interamente il volume di greggio precedentemente trattenuto dal mercato al fine di sostenere lo stesso.
Le piazze azionarie sono fortemente indebolite dal balzo dei contagi di variante Delta, che si espande con notevole rapidità praticamente in tutto il globo; in crescita il dollaro USA, un elemento che rende poco attraenti le materie prime denominate in tale divisa.
L'accordo OPEC+, annunciato nel fine settimana dopo che l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno risolto le loro divergenze, offre agli operatori una visione migliore di quanto velocemente il cartello ripristinerà i 5,8 milioni di barili al giorno che sta ancora trattenendo. Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait e Russia hanno tutti valori di riferimento più elevati rispetto ai quali verranno misurati i tagli a partire da maggio 2022.
La durata dell’accordo è superiore ad un anno, ma è stato realizzato all’insegna della maggior flessibilità possibile, in quanto i produttori si riuniranno con cadenza mensile al fine di valutare la situazione del mercato e, nel caso, intervenire modificando l’accordo stesso a seconda delle esigenze.
Mentre l'offerta di petrolio è destinata ad aumentare, alcuni paesi stanno reimponendo restrizioni ai movimenti per controllare il virus: Indonesia, Thailandia, Corea del Sud, Vietnam e Singapore sono alle prese con nuovi focolai ed anche negli USA la situazione pare peggiorare di giorno in giorno.
Fonte Bloomberg