Le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno affermato che non vi è alcun elemento che indichi la necessità di un aumento della produzione OPEC+ più rapido del previsto e questo anche fronte delle forti pressioni in tal senso da parte di grandi consumatori come Stati Uniti e Giappone ansiosi di un intervento in grado di abbattere i costi dei carburanti schizzati alle stelle.
“Non c’è alcuna logica in un aumento del nostro contributo - spiega il ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al-Mazrouei - non credo che stiamo per variare la nostra strategia” (il ministro non ha specificato se accetterebbe che l'OPEC+ rallenti i suoi aumenti di produzione se gli Stati Uniti e altri annunciassero una vendita delle loro riserve strategiche di petrolio nel tentativo di abbassare i prezzi della benzina).
I produttori OPEC+ si incontreranno nuovamente nella giornata del 2 dicembre 2021 al fine di analizzare la situazione di mercato e decidere se apportare o meno modifiche alla strategia attuale che prevede un aumento della produzione di 400000 barili giornalieri su base mensile; nelle sue dichiarazioni, Mazrouei ha ribadito la sua convinzione che il mercato petrolifero passerà da un deficit di offerta a un surplus nel primo trimestre del prossimo anno.
Il ministro degli Emirati e la sua controparte saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, hanno affermato che l'OPEC+ non dovrebbe essere più aggressivo con i suoi aumenti dell'offerta perché la pandemia di coronavirus potrebbe ancora indebolire i consumi e prova di questo sarebbe il recente storno delle quotazioni del petrolio imputabile all’impennata dei casi di covid 19 in Europa e negli USA.
“Ci incontreremo il 2 dicembre ed esamineremo la situazione - conclude Mazrouei - vedremo i volumi a mercato e decideremo in base a quelli”.
Fonte Bloomberg