Con un minimo di 2541 dollari per oncia registrato nella sessione del 14 novembre e con una chiusura della passata ottava a 2570 dollari, l’oro registra il più grande calo settimanale in tre anni in quanto l’aumento del dollaro indotto da un intervento della Federal Reserve potenzialmente meno aggressivo in materia di taglio ai tassi di interesse ha ridotto l’appeal del metallo giallo tra gli investitori (il dollaro ha registrato il maggior guadagno settimanale in un mese e questo rende i lingotti più cari per gli acquirenti in diversa valuta).
Grafico Tradingview
I rendimenti del Tesoro statunitense, nel frattempo, hanno esteso i guadagni dopo che i dati hanno mostrato che le vendite al dettaglio nella più grande economia mondiale sono aumentate più del previsto il mese scorso: "Tutte le incertezze, in particolare quelle a breve termine, sono state rimosse dal mix. Ora l'oro sta semplicemente tornando ai fondamentali di base", ha affermato Alex Ebkarian, direttore operativo presso Allegiance Gold.
Gli economisti ritengono che i dazi che Donald Trump intende applicare alimenterebbero l'inflazione, rallentando potenzialmente il ciclo di allentamento dei tassi della Fed.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che la banca centrale statunitense non aveva bisogno di affrettarsi ad abbassare i tassi di interesse; i mercati ora vedono una probabilità del 62% di un taglio dei tassi di 25 punti base a dicembre, in calo rispetto all'83% del giorno prima, secondo lo strumento CME Fedwatch.
Fonte Reuters