Nel meeting tenutosi nella giornata di ieri la OPEC+ ha deciso di attenersi alla strategia produttiva attuale in un contesto complessivo che vede i mercati faticare nel valutare correttamente l’impatto sulla richiesta di petrolio del rallentamento dell’economia cinese e del price cap implementato dal gruppo dei G7 sulle quotazioni del greggio russo.
Il taglio alla produzione deciso dalla OPEC+ nel mese di ottobre ha fatto letteralmente infuriare gli Stati Uniti ed altre nazioni occidentali, con Washington che ha accusato il gruppo e uno dei suoi leader, l'Arabia Saudita, di schierarsi con la Russia nonostante i ben noti eventi in Ucraina.
La OPEC+ ha deciso di ridurre la produzione, almeno stando alle affermazioni dei membri della coalizione, a causa delle prospettive economiche deboli, con i prezzi del barile che si mostrano in calo già dal mese di ottobre a causa del rallentamento della crescita cinese e globale e dei tassi di interesse più elevati, provocando speculazioni di mercato secondo cui il gruppo potrebbe tagliare nuovamente la produzione.
Le dichiarazioni rilasciate dall'OPEC hanno sempre una grande influenza sui prezzi del petrolio sulla piazza globale e possono generare intense oscillazioni di prezzo che, ad esempio, sfruttando le strategie in opzioni si possono tradurre in vere e proprie occasioni di guadagno, esattamente come ci spiega Giancarlo nei suoi corsi: clicca su questo link per scaricare il materiale gratuito.
Le voci di corridoio che parlavano di un nuovo taglio alla produzione si sono rivelate infondate ed i membri della coalizione si riuniranno nuovamente nella giornata del 1° febbraio per valutare la situazione del mercato e l’eventuale necessità di apportare variazioni alla strategia attuale (si tratta di un meeting al quale parteciperanno solamente i membri di spicco mentre, per vedere al tavolo tutti i membri del gruppo, dovremo attendere il meeting esteso che si terrà nelle giornate del 3 e 4 giugno 2023).
Le nazioni del G7 e l’Australia hanno varato un price cap di 60 dollari per barile sul greggio russo trasportato via mare e Mosca non ha tardato a dichiarare che non accetterà tale decisione.
Molti analisti e ministri dell'OPEC hanno affermato che il prezzo massimo è confuso e probabilmente inefficiente poiché Mosca ha venduto la maggior parte del suo petrolio a paesi come Cina e India, che si sono rifiutati di condannare la guerra in Ucraina.
Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato domenica che la Russia preferirebbe tagliare la produzione piuttosto che fornire petrolio al di sotto del prezzo massimo e ha affermato che il limite potrebbe influire su altri produttori; alcune fonti di Reuters hanno riferito che la OPEC+ avrebbe definito il price cap come un intervento che potrebbe essere utilizzato dall'Occidente contro qualsiasi produttore.
Fonte Reuters