I prezzi del natural gas, negli USA, sono saliti sino a lambire massimi pluriennali e questo contribuirà a preservare delle scorte di prodotto al momento alquanto scarse; sempre i prezzi in forte aumento incoraggeranno le operazioni di perforazione e, temporaneamente, faranno tornare in auge il carbone nel corso dell’estate.
I prezzi presso l’Henry Hub hanno raggiunto e superato i 4 $/MMBTU, nella sessione di ieri, contro gli 1,68 $ di un anno fa.
A differenza del petrolio greggio, i futures sul gas vengono generalmente scambiati in contango, con contratti vicini scambiati a sconto su quelli con data successiva, spinti dalle maggiori difficoltà tecniche e dai costi di stoccaggio elevati derivanti dal dover contenere un prodotto gassoso piuttosto che uno liquido, ma, recentemente, il contango si sta fortemente riducendo.
La pandemia, nel mentre, ha fortemente depresso il consumo di gas nel secondo e terzo trimestre 2020 inducendo un ampio accumulo di scorte.
Grafico Reuters
Alla fine dello scorso anno, secondo i dati della U.S. Energy Information Administration, le scorte negli hub sotterranei ammontavano a 4000 miliardi di metri cubi, ma i prezzi bassi hanno depresso la perforazione e la produzione fino alla seconda metà del 2020 e fino al 2021, frenando l'accumulo di scorte e mantenendo le scorte appena al di sotto del record precedente; successivamente l’ondata di freddo che ha colpito il Texas - a febbraio - ha accelerato il processo di riequilibrio aumentando i consumi e, soprattutto, portando a una grande perdita di produzione e al congelamento dei pozzi, ragion per cui, nel mese di aprile, le scorte erano scese al di sotto della media quinquennale.
L’aumento dei prezzi favorirà, nel breve periodo, l’utilizzo del carbone nella produzione di energia elettrica mentre, a medio termine, sempre i prezzi elevati favoriranno una maggior attività di perforazione e produzione che si estenderà sino alla prima metà del 2022.
Finora, il numero di rig e la produzione si sono a malapena ripresi dal crollo dello scorso anno. Il numero di impianti di perforazione dedicati al gas è aumentato solo di 36 unità (53%) rispetto al minimo ciclico di luglio 2020, contro un aumento di 199 unità (110%) negli impianti dedicati al petrolio.
In questo contesto la produzione di gas nei tre mesi tra febbraio e aprile è rimasta invariata rispetto allo stesso periodo di due anni prima, dopo essere cresciuta rapidamente ad un tasso medio del 4,6% annuo tra il 2010 e il 2018; se vengono sostenuti prezzi più alti, tuttavia, è possibile che il numero di impianti di perforazione e la produzione aumentino in modo significativo (l‘ultima volta che i prezzi erano ai livelli attuali, alla fine del 2018, il numero di impianti attivi era quasi il doppio, a 200 unità). Da allora, l'industria si è consolidata e molti dei produttori più grandi sono concentrati sulla restituzione di denaro agli azionisti e sul rafforzamento dei bilanci, piuttosto che sull'aumento della produzione, tuttavia, i prezzi stanno inviando un forte segnale sulla necessità di una maggiore produzione, con un ritorno a una crescita significativa della produzione probabile nei prossimi 12 mesi.
Fonte Reuters