Come abbiamo visto in un recente articolo, la fornitura di gas russo transitante verso l’Europa tramite il gasdotto Nord Stream 1 è ulteriormente diminuita e Mosca ha affermato che ulteriori ritardi nelle riparazioni potrebbero portare alla sospensione di tutti i flussi, mettendo un freno alla corsa dell'Europa per rifornire le sue scorte di gas.
Il calo dei volumi di gas diretti in Europa si è presentato insieme alla visita di alcuni leader UE in Ucraina, con quest’ultima che tenta di forzare la mano al fine di ottenere nuovi armamenti che le consentano di affrontare la Russia nel confronto sul campo e che spera di essere accolta tra i membri UE.
Gazprom ha affermato che stava riducendo la fornitura di gas per la seconda volta in altrettanti giorni tramite il Nord Stream 1 che, attualmente, lavora al 40% della capacità.
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha spiegato che la diminuzione dei flussi non è intenzionale, ma dovuta a difficoltà tecniche causate dalle sanzioni, ma la Germania ha prontamente replicato accusando Mosca di aver come unico intento il generare prezzi del gas elevati e, puntualmente, nella giornata odierna i prezzi del gas si presentano in forte aumento, soprattutto dopo le parole dell’ambasciatore russo presso l’UE che ha ventilato la possibilità di una totale sospensione dei flussi.
Il Nord Stream 1 ha una capacità di pompare circa 55 miliardi di metri cubi (bcm) all'anno verso l'Unione Europea che, l'anno scorso, ha importato circa 140 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia tramite gasdotti.
La Germania, come altri paesi europei, sta tentando di riempire al massimo i siti di stoccaggio del gas, con l’obiettivo di portare lo riempimento all’80% della capacità totale entro ottobre ed al 90% entro novembre a fronte dell’attuale 52% e la riduzione dei flussi tramite Nord Stream 1 complica l’acquisizione dell’obiettivo: “Potremmo forse superare l'estate quando la stagione del riscaldamento è finita - spiega Klaus Mueller, ai vertici dell'autorità di regolamentazione dell'energia tedesca - ma è imperativo riempire le strutture di stoccaggio per superare l’inverno”.
Uniper, il più grande importatore tedesco di gas russo, ha affermato che le forniture sono diminuite di un quarto rispetto ai volumi concordati, ma il gap potrebbe essere colmato sfruttando altri fornitori.
L'Unione Europea mira a garantire che gli impianti di stoccaggio del gas in tutto il blocco di 27 nazioni siano pieni dell'80% entro novembre.
La Germania non è la sola ad affrontare il calo delle forniture e la stessa sorte è toccata ad Austria, Francia ed Italia, ragion prer cui i governi tentano ci correre ai ripari: il governo italiano ha dichiarato che tutte le misure possibili per far fronte alla situazione sono state schierate in campo, soprattutto in vista del periodo che va dall’11 al 21 luglio, quando Nord Stream 1 sarà del tutto inattivo a causa di operazioni di manutenzione.
La Norvegia, il secondo esportatore europeo dopo la Russia, ha aumentato la produzione per aiutare l'Unione Europea a raggiungere l'obiettivo di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027 e la britannica Centrica ha firmato un accordo con la norvegese Equinor per forniture di gas extra al Regno Unito per i prossimi tre inverni; la Gran Bretagna non fa affidamento sul gas russo e può anche esportare in Europa tramite gasdotti.
Anche gli stati europei hanno incrementato le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), ma l'Europa ha una capacità di importazione limitata di GNL e il già ristretto mercato del GNL ha dovuto affrontare ulteriori sfide con interruzioni della produzione statunitense di GNL.
Fonte Reuters