Nel corso della passata ottava abbiamo assistito ad un brusco rialzo delle quotazioni del caffè che, sulla piazza di New York, nella giornata di giovedì ha superato i 155 centesimi di dollaro per libbra per poi chiudere l’ottava a ridosso dei 152 centesimi di dollaro per libbra.
A determinare la performance di tutto rispetto del caffè arabica è sicuramente il sentimento positivo che “avvolge” le materie prime in questo periodo, ma anche l’incertezza relativa alla fornitura conseguente alla situazione in cui versano Brasile e Colombia, principali produttori della varietà in oggetto.
Il rialzo del caffè arabica dura ormai da cinque settimane consecutive, con le quotazioni che hanno raggiunto il livello più elevato in quattro anni, proprio grazie alle previsioni degli operatori di settore che indicano una carenza di offerta globale indotta dal crollo della produzione brasiliana determinato da condizioni climatiche avverse e dall’interruzione delle spedizioni della Colombia causate da tensioni sociali interne.
Di rilievo anche il rafforzarsi della divisa brasiliana che ha sostenuto gli acquisti spingendo il Bloomberg Commodity Spot Index ai livelli più elevati dal 2011.
Il raccolto di arabica del Brasile, appena iniziato, è atteso in calo di almeno un terzo rispetto a quello dell’anno passato in un contesto complessivo all’insegna dell’incertezza; la siccità che ha attinto la nazione nelle ultime settimane ha ostacolato lo sviluppo dei chicchi proprio in un momento in cui questi necessitavano di piogge adeguate al fine di raggiungere peso e dimensioni tali da soddisfare gli standard qualitativi.
“È possibile che la stima relativa al volume finale sia nuovamente rivista a ribasso - spiegano i tecnici di Flavor Coffee, broker di Rio de Janeiro - ed i prezzi locali, che già stanno donando molte soddisfazioni, potrebbero migliorare ulteriormente con grande soddisfazione di produttori e long holder…”.
Per quanto concerne la situazione della Colombia risulta esaustivo il commento di Roberto Velez, amministratore delegato della locale associazione di coltivatori di caffè, che spiega: “Il caffè non raggiunge i porti ed è passata quasi una settimana da quando sono iniziati i blocchi stradali senza che ci siano stati nuovi sviluppi nonostante la diplomazia stia facendo il suo corso: non ci resta che attendere…”.
Fonte Bloomberg