Gli investitori in oro scommettono sulla pressione inflazionistica in termini di driver per il rialzo dei prezzi del lingotto? Sicuramente si, ma a fare tale scommessa dovrebbero pensarci anche gli investitori che si concentrano sull’argento, perchè anche in questo caso l’inflazione potrebbe rivelarsi un motore in grado di trainare i prezzi a livelli molto elevati in un contesto complessivo connotato da tassi reali in costante calo.
A parlare è Jonathan Butler, analista di metalli preziosi e responsabile dello sviluppo aziendale di Mitsubishi, che, in un recente report, ha sottolineato come i prezzi dell’argento siano aumentati del 14% nel mese di agosto in quanto le crescenti pressioni inflazionistiche hanno spinto i tassi di interesse reali in territorio negativo.

“Nel periodo in cui i tassi di interesse reali sono passati in territorio negativo, a marzo, all’inizio della pandemia, i prezzi dell’argento sono aumentati di 14 dollari raggiungendo il massimo di periodo di 29,86 dollari, ovvero un aumento del 113%” (J. Butler).
Nel mese passato l’oro ha registrato nuovi massimi storici superando i 2000 dollari per oncia, ed ora ha trovato un supporto di rilievo a 1920 dollari per oncia, mentre l’argento vede un’area di supporto a ridosso dei 26 dollari per oncia.
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