Per la ABICS (Associação Brasileira da Indústria de Café Solúvel) l’accordo sarà volto anche a ridurre i dazi sull’ingresso del Caffè solubile brasiliano insieme a quello torrefatto e macinato, dazio attualmente stimato nel 9%. I responsabili di settore valutano molto bene l’accordo, e prevedono che possa condurre ad una crescita del 30% nel mercato europeo, con i dazi che si azzereranno nel giro di cinque anni (Aguinaldo Lima, ABICS).
Secondo l’esecutivo ABICS, l’accordo giunge in un momento di mercato connotato da una forte concorrenza che ha condotto il Brasile a perdere quote di mercato in UE: l’avversario principale, in questo caso, è il Vietnam, che si propone come il secondo maggior produttore globale di Caffè dopo il Brasile, seguito da Colombia ed Ecuador, con gli ultimi due favoriti dalle politiche volte a stroncare il narcotraffico.
Il blocco UE è una tra le principali destinazioni del Caffè solubile del Brasile, con la nazione che si mostra come il maggior produttore ed esportatore mondiale con un fatturato annuo di circa 600 miliardi di dollari derivante dalla spedizione di 3,7 milioni di bags (unità di misura intesa come equivalente per il Caffè solubile); in questo senso la quota UE è di circa 470000 bags per un controvalore di 80 milioni di dollari.
Fonte CafePoint