È opinione comune che una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sarebbe un evento privo di vincitori, ma se guardiamo al Medio Oriente, allora il nostro sguardo potrebbe cogliere un panorama lievemente diverso…
Il Medio Oriente sta emergendo come un potenziale vincitore delle tensioni tra Washington e Pechino con quest’ultima che ha mostrato la chiara intenzione di voler rispondere all’offensiva di Donald Trump con l’applicazione di dazi sulle importazioni di prodotti petrolchimici americani.
Se la Cina dovesse decidere di portare avanti la sua proposta che prevede una tassa aggiuntiva del 25% su polietilene e propano liquido, allora gli acquirenti della nazione asiatica sarebbero praticamente obbligati a reperire una fornitura alternativa a quella in arrivo dagli USA che, inevitabilmente, diverrebbe più costosa: qui entra in gioco il Medio Oriente, ricco di prodotti petrolchimici e senz’altro adatto a rimpiazzare la fornitura USA.

Il Medio Oriente si propone già come la principale fonte di polietilene della Cina, ma può agevolmente aumentare le esportazioni verso Pechino come altrettanto agevolmente potrebbe aumentare le spedizioni la Corea del Sud.
Quanto appena esposto è frutto di uno studio di Goldman Sachs che, inoltre, sottolinea come la Cina, nel caso in cui le tasse dovessero divenire realtà, potrebbe dover sostituire fino a 2,3 milioni di tonnellate di polietilene.
Continua nella pagina successiva